Divulgazione degli aspetti della vita, degli ambienti conosciuti, delle personalità frequentate e dell'arte di Jean Julien Champagne, uno dei membri dell'ambiente in cui operò Fulcanelli, il più celebre alchimista del XX secolo.
Julien Champagne e l'albero secco
La regione del Lot è stata battezzata terra delle meraviglie". A giusto titolo, indubbiamente, e non dimentichiamo che la meraviglia per eccellenza è la pietra filosofale.
Dopo Figeac (vedere il nostro post "Julien Champagne dessine le Christ"), eccoci dunque nella capitale dei Cadurchi (Cadourques), Caorsini o Cardurcini (Cahorsins o Cadurciens).
La tavola VIII dell'edizione originale di Le Dimore Filosofali di Fulcanelli, dovute al talento di Julien Champagne, e riprodotta qui sopra, così come più giù la fotografia corrispondente dell'edizione Pauvert (tavola XI), è dunque dedicata a una "Porta del XV secolo" del collegio Pellegri a Cahors, e rappresenta "L'albero Secco".
Intéressiamoci in un primo tempo a questo collegio Pellegri, fondato nel 1364, e convertito in abitazioni private, ha conservato una bella corte Rinascimentale. A quest'epoca datano anche un grazioso corpo di guardia, la Barbacane, presso la Torre della Barre, la meglio conservata della cinta; la Casa Pezet e la Casa Roaldès".
Siamo ai tempi di Giovanni XXII, "il papa alchimista di Avignone", al quale Eugène Canseliet ha dedicato un articolo della rivista "Initiation & Science", n° 46, del 1958. Questo papa, nato a Cahors, vi fondò nel 1331 una Università, in cui più tardi Cujas insegnò diritto e in cui Fénelon compì i suoi studi, e nel 1751 in quella di Tolosa.
Tolosa, città rosa e della rosa, ma Jacques Duèse, o Giovanni XXII, ha lasciato a Cahors altri ricordi: il Palazzo di Giovanni è una massiccia costruzione d'inizio XIV secolo, dominata ad uno dei suoi angoli da un'alta torre quadrata. Altre case forti, dello stesso stile, e dei resti della cinta fortificata sezionata da torri rotonde e quadrate, danno un'idea dell'aspetto che poteva avere Cahors durante quest'epoca del Medioevo".
Alla stessa epoca data il più celebre monumento della città, il ponte Valentré, di cui diamo qui sotto una rappresentazione:
Le due rive del Lot sono collegate da molti ponti, di cui il Ponte di Valentré, restaurato durante il XIX secolo, sopporta tre alte e curiose torri sporgenti da difesa.
Tornando ora all'albero secco, la lezione di Fulcanelli è la seguente: "A Cahors, serve da inquadratura a due finestre (casa Verdier, rue des Boulevards), così come a una porta dipendente del collegio Pellegri, situato nella stessa città".
E Fulcanelli aggiunge poi: "Questo è i geroglifico adottato dai filosofi per esprimere l'inerzia metallica, e cioè lo stato speciale che l'operare umano fa assumere ai minerali frantumati e fusi.
L'esoterismo ermeneutico dimostra, infatti, che i corpi metallici rimangono vivi e dotati del potere vegetativo, finché sono mineralizzati nei loro filoni.
Essi si trovano associati all'agente specifico, o spirito minerale, che ne assicura la vitalità, il nutrimento e l'evoluzione sino al termine richiesto dalla natura, dove assumono allora l'aspetto e le proprietà dell'argento e dell'oro nativi".
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[Traduzione di Massimo Cardellini]
JULIEN CHAMPAGNE ET L'ARBRE SEC - JULIEN CHAMPAGNE
Le Lot a été baptisé "terre des merveilles". A juste titre, sans doute, et n'oublions pas que la merveille par excellence est la pierre philosophale. Après Figeac (voir notre post du 12 févrie...