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14 agosto 2010 6 14 /08 /agosto /2010 08:00





Julien Champagne nella camera del tesoro


Eccoci ora di nuovo al palazzo Berruyer di Jacques Coeur, di cui abbiamo già intrapreso la visita in Champagne e Jacques Coeur.

Se sappiamo che il cantiere è stato sorvegliato a tamburo battente da Guillot Trépant e Jacquelin Culon, borghesi di Bourges, così come da Pierre Jobert, uno dei realizzatori, il nome dell'architetto dell'edificio ci resta sconosciuto.

 

Ci siamo già dedicati alla sua storia movimentata. Aggiungiamo che nel 1837, Prosper Mérimée, ispettore dei monumenti storici, venne a Bourges, così come il suo amico Stendhal. Mérimée si estasiò davanti alla casa di "un uomo il cui nome ricorda un'inquietante ingisutizia".

 

Deplorò anche la scomparsa dell'ornamento onterno del palazzo.

  

All'interno del maschio, tuttavia, la sala del terzo piano, chiuso da un'antica porta di ferro, presenta ad una delle sue ricadute della volta ad otto ogive una mensola scolpita di una strana scena: un passaggio del romanzo di Tristano, nel corso del quale Tristano, nel corso del quale Tristano ritrova Isotta in un giardino; l'acqua che vi scorre riflette il viso di re Marco, che si è nascosto su un albero dietro denuncia del suo nano Froncin, di modo che i due amanti osservano il più grande contegno.

 

Questo pezzo, chiamato sin dal XV secolo "camera dei cherubini" a causa, forse, del decoro scolpito sulle altre mensole, poi "camera dell'uscio di ferro", o camera del tesoro della casa di città", ospitò un tempo gli archivi municipali.

 

 


Fulcanelli descrive così la tavola XXIX dell'edizione del suo I Misteri delle cattedrali, come le altre dovute al talento di Julien Champagne: "È un grazioso gruppo, scolpito su una mensola che orna la camera detta del Tesoro. Ci assicurano che esso rappresenta l'incontro di Tristano e Isotta. Non contraddiremo, il soggetto non cambiando affatto, d'altronde, l'espressione simbolica che esso evidenzia. Il bel poema medievale fa parte del ciclo dei romanzi della Tavola rotonda, leggende ermetiche tradizionali rinnovate con miti greci. Si riguarda direttamente la trasmissione di conoscenze scientifiche antiche, sotto il velo di ingegnose storie popolarizzate dal genio dei nostri trovatori picardi. Al centro del motivo, un coffano cavo e cubico sporge ai piedi di un albero fitto il cui fogliame dissimula la testa coronata del re Marco. Da ogni lato appaiono Tristano di Léonois e Isotta, il primo indossante un cappuccio a cuscinetto la seconda una corona che regge con la mano destra. I nostri personaggi sono rappresentati nella foresta di Morois, su un tappeto di alte erbe e fiori e fissano entrambi i loro sguardi sulla misteriosa pietra cava che li separa".

  

 


Per l'alchimista adepto del XX secolo, l'interpretazione di questa scena è evidente: "Ritroviamo qui lo ieroglifico di fabbricazione del Leone verde... il solvente segreto... Questo solvente poco comune permetta la proiezione [réincrudation]  dell'oro naturale, il suo ammorbidimento ed il ritorno al suo primo stato sotto forma salina, friabile e molto fusibile. Si tratta qui del ringiovanimento del re, inizio di una fase evolutiva nuova, personificata, nel motivo che ci occupa, da Tristano, nipote di re Marco. Infatti, lo zio ed il nipote non sono, chimicamente parlando, che una stessa cosa, della stessa cosa e di un'origine simile... Così, vediamo evidenziarsi nettamente i profili di Tristano e della regina Isotta, mentre il vecchio re rimane nascosto tra le fronde dell'albero centrale, il quale scaturisce dalla pietra...  Notiamo anche che la regina è allo stesso tempo lo sposo del vecchio e del giovane eroe, allo scopo di mantenere la tradizione ermetica che fa del re, della regina e dell'amante la triade minerale della Grande Opera. Infine segnaliamo un dettaglio di qualche valore per l'analisi del simbolo. L'albero situato dietro Tristano è carico di frutti enormi, pere o fichi giganti, in tale abbondanza che il fogliame sparisce sotto la loro massa. Strana foresta, in verità, quella del Mort-Roi (Morto-Re), e quanto saremmo portati ad assimilarlo al favoloso e mirifico Giardino delle Esperidi".

  

È questa assimilazione che, crediamo, giustifica pienamente l'appellativo tradizionale della camera del Tesoro.



 


Nobilitato nel 1441, Jacques Coeur si scelse delle insegne eloquenti, cuore e conchiglie san Giacomo, con cui ha anche abbellito il suo palazzo. Ma queste conchiglie sono anche quelle della campana di compostella, sulla quale, speriamolo, ci sarà dato tornare.


 


ARCHER

 

 

 

[Traduzione di Massimo Cardellini]

 

 

LINK al post originale:

Julien Champagne dans la chambre du trésor

 

 

Post originale datato domenica 23 aprile 2006

 

© JULIEN CHAMPAGNE

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Presentazione

  • : Jean Julien Champagne ed il suo ambiente socio-culturale
  • : Divulgazione degli aspetti della vita, degli ambienti conosciuti, delle personalità frequentate e dell'arte di Jean Julien Champagne, uno dei membri dell'ambiente in cui operò Fulcanelli, il più celebre alchimista del XX secolo.
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