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28 febbraio 2014 5 28 /02 /febbraio /2014 07:00

Coobazione di Julien Champagne

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La tavola XI dell'edizione originale di Il Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli, illustrato da Julien Champagne, comporta due motivi in medagione, presenti entrambi sul portico centrale di Notre-Dame de Paris.

Quello di sinistra si intitola La Coobazione, e quello di destra Origine e Risultato della Pietra. Nell'edizione Pauvert della stessa opera, le fotografie corrispondenti, indubbiamente dovute a Pierre Jahan, portano rispettivamente i numeri XVIII e XIX.

Cosa ci dice a proposito Fulcanelli nel suo libro?

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"Vicino al contrafforte che separa il portico centrale dal portale nord, il primo motivo ci presenta un cavaliere disarcionato aggrappato alla criniera di un cavallo focoso.

Quest'allegoria è tratta dalle parti fisse, centrali e pure, dalle volatili o eteree nella Dissoluzione filosofica. È propriamente la rettificazione dello spirito ottenuto e la coobazione di questo spirito sulla materia pesante. Il destriero, simbolo di rapidità e di leggerezza, segna la sostanza spirituale; il suo cavalliere indica la ponderabilità del corpo metallico rozzo. Ad ogni coobazione, il cavallo fa cadere al suolo il suo cavalliere, il volatile abbandona il fisso; la lo scudiero riprende presto i suoi diritti, e questo finché l'animale estenuato, vinto e sottomesso, consente a portare questo fardello ostinato e non possa più disfarsene.

L'assorbimento del fisso da parte del volatile si effettua lentamente e a fatica. Per riuscirvi, si deve avere molta pazienza e perseveranza e reiterare spesso l'aspersione dell'acqua sulla terra, dello spirito sul corpo.

Ed è soltanto attraverso questa tecnica, - lunga e fastidiosa, in verità, - che si riesce a estrarre il sale occulto del leone rosso con l'aiuto dello spirito del leone verde...".

 Fulcanelli torna un po' più avanti nel suo testo sullo stesso motivo, per sottolineare che a dispetto degli oltraggi del tempo e delle predazioni  di ogni genere di cui è stata vittima, Notre-Dame conserva in sé la tinta originale delle figure del suo grande portico.

 "Guillaume de Paris, di cui dobbiamo benedire la perspicacia, seppe prevedere il pregiudizio considerevole che il tempo avrebbe portato alla sua opera. Come maestro esperto, egli fece riprodurre minuziosamente i motivi dei medaglioni sulle vetrate della rosa centrale. Il vetro vine così a completare la pietra e, grazie all'aiuto della fragile materia, l'esoterismo riconquista la sua purezza originaria. Si scoprirà qui l'intelligenza dei punti dubbi della pratica. La vetrata, ad esempio, nell'allegoria della Coobazione (primo medaglione), ci presenta, non un volgare cavaliere, ma un principe coronato d'oro, con la veste bianca e calze rosse".

 Poiché vorremmo poter ammirare queste vetrate insieme a voi, e, al momento in cui si constatano le devastazioni sulle nostre vetrate medioevali da parte dell'inquinamento industriale, dobbiamo molto augurarci che i tesori delle nostre basiliche, parigine e altre, non siano abbandonate all'indifferenza di edili interessati soprattutto dalla loro notorietà immediata, né a quella di un clero oh quanto secolare!

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"Al secondo medaglione," continua Fulcanelli, "l'Iniziatore ci presenta con una mano uno specchio, mentre con l'altra solleva il corno di Amaltea; su di un lato vediamo l'Albero della Vita. Lo specchio simbolizza l'inizio dell'opera, l'Albero della Vita ne segna la fine, e il corno dell'abbondanza il risultato. Alchemicamente, la materia prima, quella che l'artista deve eleggere per iniziare l'Opera, è chiamata Specchio dell'Arte... Quest'argomento, così volgare e così disprezzato, diventa in seguito l'Albero di Vita, Elisir o Pietra filosofale, capolavoro della natura aiutato dal lavoro umano, il puro e ricco gioiello alchemico. Sintesi metallica assoluta, essa assicura al felice possessore di questo tesoro il triplo appannaggio del sapere, della fortuna e della salute. È il corno dell'abbondanza, fonte inesauribile delle felicità materiali del nostro mondo terrestre...!".

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Nei suoi Deux Logis Alchimiques [Due siti alchemici], Eugène Canseliet insisterà di nuovo su questo tema, a proposito della sirena nera e incinta, dipinta sul soffitto della sala delle guardie del castello del Plessis-Bourré, nella Maine-et-Loire.

"Sono nera ma bella - Nigra sum sed formosa - dichiara, nel primo capitolo del Cantico dei Cantici, la Grande Dama, che è sposa eccellentemente, mentre al castello del Plessis-Bourré, contempla la sua oscura bellezza nello specchio dell'arte che è esce da essa stessa. Sotto all'oggetto pesante, un corno dell'abbondanza sembra sottolinearne la virtù riflessa...".

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Sì, riflettere, meditare, e poi vedere, contemplare la Meraviglia. In basso presso dei portali, come in alto, sui rosoni e anche tra i doccioni dell'alta galleria. La Grande Dama, Notre-Dame continua a vegliare sul suo, sui soui alchimisti.

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[Traduzione di Massimo cardellini]


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Presentazione

  • : Jean Julien Champagne ed il suo ambiente socio-culturale
  • : Divulgazione degli aspetti della vita, degli ambienti conosciuti, delle personalità frequentate e dell'arte di Jean Julien Champagne, uno dei membri dell'ambiente in cui operò Fulcanelli, il più celebre alchimista del XX secolo.
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