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16 febbraio 2009 1 16 /02 /febbraio /2009 15:19

   

JULIEN CHAMPAGNE

  

  

 

Facendo seguito al mio precedente articolo su Champagne, vorrei apportare qualche integrazione di informazioni su questa opera del pittore intitolata Il vaso della Grande Opera.

 

È stata a mio parere di proprietà dell’alchimista e scrittore francese Eugène Canseliet (1899-1982).

 

Si tratta, secondo lui, di una pittura ad olio eseguita su tela e misurante cm 57X81.

 

Canseliet l’ha fatta riprodurre nell’edizione Pauvert del suo Deux logis alchimiques, 1979, (tr. It.: Due luoghi alchemici, Edizioni Mediterranee, 1998).

 

Egli la data approssimativamente: “L’allegorico quadro di cui Fulcanelli eleborò il soggetto e Julien Champagne fu il realizzatore fedele e prestigioso, avrà presto settanta anni”.

 

Si può dunque calcolare su una realizzazione verso il 1908-1909.

 

Il modello del pittore, per questa tela, sarebbe appartenuto alla migliore società, Canseliet dixit, e frequentava casa della signora Erlanger. Era vicina al poeta Eugène Grindel alias Paul Eluard, (foto nostra).

 

 



La fotografia di Louise Barbe in costume di città (1913) figura nel libro già citato.

 

La storia del quadro è stata movimentata, perché, situato al domicilio di Canseliet, saccheggiato dalla soldataglia tedesca nel 1940, ha subito vandalismi a cui degli amici del proprietario Michel e Cathérine Binda, sono riusciti a venire a capo dopo la guerra.

 

Per Canseliet, l’allegoria della tela ha una dimensione alchemica: “La squisita e pura creazione che incarna questa giovane donna, cioè la pietra o la medicina filosofale, nasce, si stacca e si solleva dalla massa vetrosa che è il matraccio della cottura finale, secondo gli addetti incisi in lettere d’oro sulle due colonne all’interno e ad ogni lato della composizione”.

 

Jean Laplace, discepolo di Eugène Canseliet, rievoca questo quadro, visto a casa del suo maestro, a Savignies, in un articolo della rivista La Tourbe des Philosophes [La turba dei Filosofi], n° 8 del 1979: Les mystères de Paris et des hommes [I misteri di Parigi e degli uomini].

 

Secondo lui, si trovava agganciato al muro di sinistra, entrando, in cui si trovava precedentemente un ritratto di Julien Champagne.

 

“Questo ritratto, olio di Julien Champagne, rappresenta una donna esprimente il contenuto di un matraccio. Non fu proprio il simbolismo che attirò la mia attenzione in quel momento, fu il titolo di nobiltà che portava la donna che servì da modello a Julien Champagne”.

 

Sia quel che sia, Paul Eluard (1895-1952) avrebbe potuto assistervi, malgrado la sua giovane età, ad una delle sedute di posa realizzate dal modello di Julien Champagne per il suo quadro, lui che senz’altro molto più tardi (sembra verso il 1942) si fece fotografare tenendo tra le sue braccia una donna nuda.



Questa misteriosa fotografia ai Sali d’argento fu a lungo di sua proprietà, come testimonia una scritta autografa figurante nel verso e che fu redatta quando egli offrì questo negativo allora inedito ad un(a) amic(a). Fu riprodotta nella raccolta, Visages d’Eluard (volti di Eluard), edito nel 1995 dal museo di Saint-Denis.

 

 

 

 

Secondo Danielle Bodard, nel numero qui sopra riportato della rivista Atlantis, dedicata al centenario della nascita di Eugène Canseliet (1899), questo quadro “di cui Fulcanelli aveva elaborato l’idea” si trovava nella sala da pranzo di Eugène a Savignies.

 

“Si trovava a sinistra della grande finestra. Ogni volta che la vedevo, mi attraeva e ammiravo molto l’eleganza della sua composizione, la bellezza armoniosa delle sue forme iridate e il mistero che ne promanava. Questa superba tela rappresentava di fronte una bella e giovane donna nuda, recante sulla fronte una stella radiosa a sei punte o sigillo di Salomone, in piedi nella trasparenza di un vaso filosofale. Era l’immagine della pietra filosofale o medicina universale che si elabora e si eleva dal seno di vapori multicolori, in seno al matraccio dalal cottura finale, secondo gli Adepti i cui nomi erano incisi in lettere d’oro su due colonne da ogni lato del soggetto principale”.

Per tornare ad Eluard, dubito che il modello di Julien Champagne possa essere riconosciuto in Nusch, la sua seconda compagna nota.



   

Eluard non la conobbe che nel 1930 e Nush (1906-1946) era troppo giovane per servire nel 1910 da modello a Julein.

 

Potrebbe allora trattarsi della prima moglie di Eugène Grindel, Gala Eluard? Helena Diakonova (1894-1982) che fu in seguito la musa di Salvador e lo sposò alla morte di Eluard, non incontrerà il poeta che nel 1912.

 

Nel 1910 non aveva che sedici primavere… e non mi sembra certo del tutto che prima del suo incontro svizzero con Paul avesse mai soggiornato in Francia.







Ma non lasciamo il poeta di La saison des amours (La stagione degli amori), senza leggere questi versi di ispirazione alchemica:

 

Au crible de la vie fais passer le ciel pur

[Al setaccio della vita fai passare il cielo puro]







Cielo puro nel salto dell’angelo, nato dall’atto poetico e dall’alchemica focolare, di cui testimonia questo affresco di Max Ernst, realizzato per Gala e Paul Eluard.

 

 

autographe-Eluard.champagne.jpg



 
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[Traduzione di Massimo Cardellini]



LINK al post originale:

Julien Champagne


Post originale datato Lunedì 30 gennaio 2006

 

© JULIEN CHAMPAGNE


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Presentazione

  • : Jean Julien Champagne ed il suo ambiente socio-culturale
  • : Divulgazione degli aspetti della vita, degli ambienti conosciuti, delle personalità frequentate e dell'arte di Jean Julien Champagne, uno dei membri dell'ambiente in cui operò Fulcanelli, il più celebre alchimista del XX secolo.
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