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31 agosto 2010 2 31 /08 /agosto /2010 08:00



Julien Champagne e san Marcello


La tavola XIX dell'edizione originale di Il Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli, disegnata come si deve da Julien Champagne, presenta a più di un titolo un interesse particolare.

  

 

Essa rappresenta uno zoccolo del pilastro san Marcello (saint Marcel) del portale sant'Anna (sainte Anne) di Notre-Dame di Parigi, essa è non soltanto firmata dall'artista, ma il disegno reca esplicitamente la menzione dell'origine del monumento.

 

Vedremo a suo tempo per quali ragioni precise.

 

Per il momento, vi propongo di concentrarci sulla titolazione di questa tavola, che è sicuramente alchemica: il Mercurio Filosofico e la Grande opera. E ascoltiamo in un primo tempo la descrizione del pilastro, visto da Fulcanelli:


"Si tratta di un'alta e nobile statua di san Marcello, dal capo mitrato, sormontato da un baldacchino con torrette e sprovvisto, secondo noi di ogni significato segreto. Il vescovo si regge in piedi su un cubo oblungo finemente scavato, ornato da quattro colonnette e da un ammirevole drago bizantino, il tutto retto da uno zoccolo bordato da un fregio e che collega al basamento una sagomatura a tallone rovesciato. Cubo e zoccolo hanno, essi soltanto, un reale valore ermetico".

 

Ecco ciò che spiega, secondo noi, il fatto che Julien Champagne non abbia disegnato che una parte del monumento dedicato a san Marcello. Ma, qual è il suo significato esoterico? Ritorniamo dunque alla glossa fulcanelliana, per cercare di estrarne il "midollo sostantifico", cara a François Rabelais:

 

"Sullo zoccolo cubico noterete, sul lato destro, due bisanti in rilievo, massicci e circolari; sono le materie o nature metaliche, - soggetto e dissolvente, - con le quali si deve far cominciare l'Opera. Sulla faccia principale, queste sostanze, modificate dalle operazioni preliminari, non sono più rappresentate con la forma di dischi, ma come delle rosette dai petali saldati... Sul lato sinistro, i bisanti, diventati rosette, manifestano questa volta la forma di fiori decorativi a petali saldati, ma a calice apparente... La forma grafica del calice indica che le radici metalliche sono state aperte e sono disposte a manifestare il loro principio semonale...".

 

Abbrevio qui volontariamente la spiegazione di Fulcanelli, per giungere al Mercurio:

 

"Dopo l'elevazione dei princìpi puri e colorati del composto filosofico, il residuo è pronto, sin da allora, a fornire il sale mercuriale, volatile e fusibile, ai quali i vecchi autori hanno spesso dato l'epiteto di drago babilonese". 

 

 


E precisamente, la storia di questo pilastro non manca di sale, Fulcanelli ci spiega che la sua esistenza è attestata, sin dal XVII secolo, attraverso le descrizioni di De Laborde e De Gobineau de Montluisant.

 

Ma aggiunge subito:

 

"Sfortunatamente, questo pilastro, così magnificamente decorato, è quasi nuovo: dodici lustri ci separano appena dal suo rifacimento, perché è stato rifatto... e modificato". È il pilastro attuale che è fotografato qui sopra.

 

Il pilastro originale è allora stato relegato al museo di Cluny, il che spiega che questo museo sia menzionato in basso alla tavola di Julien Champagne. Quest'ultimo ha infatti disegnato il pilastro "autentico", il solo dotato di un senso alchemico.

 

E Fulcanelli critica severamente Cambriel, alchimista del XIX secolo, per la sua descrizione erronea di questo pilastro. La storia non termina affatto qui, vi propongo per terminare un sunto di ciò che è un vero e proprio romanzo d'appendice per storici dell'arte: Durante il XX secolo, molti esoteristi, Grillot de Givry, poi Bernard Husson hanno di volta in volta difeso Cambriel e criticato Fulcanelli.

 

Il discepolo di quest'ultimo, Eugène Canseliet, ha, egli, sostenuto il suo Maestro nell'ultima edizione francese di I Misteri delle Cattedrali (Pauvert, 1964). Vi si troverà altre fotografie del "vero" san Marcello (tavola XXX di quest'ultima edizione).

 

E dov'è ora, il santo Marcello ermetico? Ebbene, ci spiega Canseliet, non è più al museo di Cluny, è tornato a Notre Dame: "L'effige ermetica è ora ospitata nella torre settentrinale della sua prima dimora".

 

Questo santo è decisamente una vera icona peregrini, il che dopotutto non è del tutto anormale in alchimia.

 

 

 



ARCHER

 

 

[Traduzione di Massimo Cardellini]

 

 

Post originale datato giovedì 27 aprile 2006

 

 

LINK al post originale:

Julien Champagne et saint Marcel

 

© JULIEN CHAMPAGNE 

 

 

 

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Presentazione

  • : Jean Julien Champagne ed il suo ambiente socio-culturale
  • : Divulgazione degli aspetti della vita, degli ambienti conosciuti, delle personalità frequentate e dell'arte di Jean Julien Champagne, uno dei membri dell'ambiente in cui operò Fulcanelli, il più celebre alchimista del XX secolo.
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