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20 ottobre 2012 6 20 /10 /ottobre /2012 07:00

Julien con lo scettro

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Abbiamo già trattato in un post del mese di febbraio del 2006, di Julien Champagne come araldo mistico di Thiers, per mezzo di un'incisione tratta dal capitolo di Le Dimore Filosofali di Fulcanelli dedicata a questa sorprendente effige.

Eccone una seconda, che costituisce la tavola XVII di Les Demeures Philosophales, ed è semplicemente intitolato: Thiers (Puy-de-Dôme), Casa dell'Uomo dei Boschi (XV secolo).


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Ne approfitto anche per mostrare una foto della casa nel suo stato attuale, in cui si può vedere in particolare che la cappella all'angolo è sparita.

 

Ma l'Uomo dei Boschi, grazie a Dio, vigila sempre su questa dimora. Se vi offro anche un primo piano di questo filosofo e dell'estremità del suo bastone da pellegrino, è perché vorrei approfittarne per tornare brevemente su questo scettro, il cui significato profondo è stato già evidenziato in precedenza.

 

"Il matto," diciamo infine con Fulcanelli, "emblema umanizzato dei figli di Hermes, evoca anche lo stesso mercurio, unica e peculiare materia dei saggi".


 

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Aggiungiamo oggi, sempre con questo Adepto: "È questo artefice in opere di cui parla l'Inno delle Chiese cristiane, quell'artigiano nascosto al centro dell'opera, capace di fare tutto con l'aiuto esterno dell'alchimista. È dunque lui il maestro assoluto dell'Opera, il lavoratore oscuro e mai ozioso, l'agente segreto e il fedele o leale servitore del filosofo. Ed è questa incessante collaborazione della preveggenza umana e dell'attività naturale, questa dualità dello sforzo combinato e diretto verso uno stesso, che esprime il grande simbolo di Thiers".

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E Fulcanelli completa ancora il suo insegnamento relativo a questo simbolo così: "Inoltre, lo scettro dei matti, che è positivamente un gingillo..., oggetto di divertimento dei bimbi e ninnolo della prima età, non differisce dal caduceo. I due attributi offrono tra di loro un'evidente analogia, benché lo scettro esprima, per di più, quella semplicità innata che possiedono i bambini e che la scienza esige dai saggi...


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Tracciate un circolo all'estremità superiore di una verticale, aggiungete al circolo due corna, ed avrete il grafico segreto utilizzato dagli alchimisti medievali per designare la loro materia mercuriale".


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In definitiva, per l'autore di Le Dimore Filosofale, il nome stesso di marotte (scettro grottesco), "diminutivo di mérotte, piccola madre, secondo alcuni, o di Maria, la madre universale, secondo altri, sottolinea la natura femminile e la virtù generatrice del mercurio ermetico, madre e nutrice del nostro re".

 

Anche il sonaglio, accessorio dello scettro dei matti, aggiungerà l'Adepto alla fine del suo studio sul grimorio del castello di Dampierre, sempre in Les Dimore filosofali, ha egli stesso un senso nascosto.

 

Il diavolo non è decisamente il solo a entrare nei dettagli, è senza alcun dubbio in eccellente compagnia.

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ARCHER

 

 

[Traduzione di Massimo Cardellini]

 

 

 

LINK al post originale:

Julien à la Marotte

 

© JULIEN CHAMPAGNE

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Presentazione

  • : Jean Julien Champagne ed il suo ambiente socio-culturale
  • : Divulgazione degli aspetti della vita, degli ambienti conosciuti, delle personalità frequentate e dell'arte di Jean Julien Champagne, uno dei membri dell'ambiente in cui operò Fulcanelli, il più celebre alchimista del XX secolo.
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